L’inSOSTENIBILE leggerezza del LAVORO
di Monica RuoccoL’inSOSTENIBILE leggerezza del lavoro Quando il nostro lavoro può definirsi “sostenibile”? Può essere definito in modo oggettivo, cioè con un significato valido per tutti, oppure è soggettivo e personale?
La domanda mi è sorta spontanea quando un cliente mi ha chiesto un consiglio sugli studi che dovrà intraprendere suo figlio, aveva piacere di avere un confronto perchè si trovava in conflitto sulla scelta dell’Università.
Mi è venuto spontaneo chiedere: Lei sa cosa piace a suo figlio? Sa se ha una passione, un’idea, un obiettivo? Ha mai visto brillare gli occhi a suo figlio per qualcosa di specifico?
Il cliente mi ha risposto che con le passioni ed i sogni non si mangia e che è suo dovere di genitore “consigliare” al figlio un percorso che possa un giorno dargli delle soddisfazioni economiche, che gli consentano un tenore di vita agiato.
Allora ho posto ulteriori domande, per capire…. quando, secondo lui, suo figlio sarebbe stato “economicamente soddisfatto”?
era sicuro che il figlio avesse le sue stesse visioni sulle risorse necessarie per il soddisfacimento dei bisogni di vita?
nella bilancia di un’esistenza l’unico parametro utile per determinare il benessere di un individuo può essere solo il lato economico?
Gli ho chiesto di ipotizzare la visione di suo figlio nel fare il lavoro dei suoi sogni, di vederlo felice e pieno di voglia di fare in tutti i momenti della giornata: la ricchezza di un lavoro è solo economica o dipende anche nella serenità e nell’appagamento provati a fine giornata? con una immensa voglia di ricominciare il giorno dopo?
Quanti di noi al lunedì si alzano con la sensazione di andare al patibolo e di “vivere in apnea”? In attesa dei pochi momenti liberi? Come mai il tempo al lavoro ci toglie la sensazione di libertà?
Comprendiamo il significato di SOSTENIBILITÀ: il dizionario indica ciò “che si può sostenere, sorreggere; sopportabile, tollerabile“.
Sentiamo spesso parlare di SVILUPPO SOSTENIBILE: “Lo sviluppo sostenibile è quello che soddisfa le necessità delle attuali generazioni senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare le proprie” (Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo dell’ONU, 1987)
Poi c’è il TURISMO SOSTENIBILE: secondo il WTO (Organizzazione Mondiale del Turismo), il turismo sostenibile può essere definito come quella forma di turismo che “soddisfa i bisogni dei viaggiatori e delle regioni ospitanti e allo stesso tempo protegge e migliora le opportunità per il futuro”.
Il LAVORO SOSTENIBILE risulta spesso legato al concetto di BENESSERE ORGANIZZATIVO all’interno delle aziende o degli studi professionali, come equilibrio tra lavoro e vita privata, remunerazione equa, ambiente dinamico e propositivo, ecc.
Ma quando il lavoro risulta sostenibile per noi stessi a livello individuale? Che parametri usiamo per definire il nostro benessere interiore e motivarci ogni giorno a fare meglio, perchè siamo felici del lavoro che facciamo?
Ogni tanto ci capita di incontrare persone che dicono “il tempo è volato perchè mi piace così tanto fare il mio lavoro che non mi accorgo che le ore passano…“.
Che sana invidia!!!
Noi che ogni giorno sopravviviamo agli avvenimenti pregando che non succeda nulla di imprevisto o di inconsueto che ci complichi ulteriormente la giornata….
Come fanno certe persone a fare un lavoro che li appassiona? Sono stati fortunati? Perchè loro si e noi no?
E perchè in certe aziende si lavora meglio che in altre? Quale è la variabile che fa dire alle persone “sono contento del lavoro che faccio e dell’azienda dove lavoro“?
Puntare al benessere aziendale e professionale è una questione di scelte e non di fortune… Significa conoscere e gestire alcune variabili non economiche che possono fare la differenza sulla qualità del lavoro di tutti. Il successo di un’azienda non si misura solo dai guadagni e dalle performance economiche, ma anche nella soddisfazione che ne ricavano le persone a contatto con la stessa, che siano clienti, dipendenti, fornitori…
BILANCIA DEL SUCCESSO: il successo è affermazione e risultati sostenibili con l’esistenza quotidiana delle persone, quando la variabile BENESSERE manca, si può parlare ancora di successo?