Prelevamenti e versamenti in contanti su conti bancari
di Monica RuoccoDal 3 dicembre 2016 è operativo l’art. 7quater del DL 193/2016, che ha disciplinato gli accertamenti fiscali da parte del Fisco, per quel che riguarda i prelevamenti dai conti correnti bancari, da parte degli imprenditori, introducendo un limite agli importi posti come ricavi a base degli accertamenti stessi. Si ricorda che dal 1° gennaio 2016, c’è il divieto di pagamenti in contanti per importi superiore a € 2.999,99.
IMPRESE: Versamenti su c/c bancari
Per i versamenti su conti correnti bancari e postali, se il contribuente non è in grado di dimostrarne la provenienza, scatta la presunzione di evasione.
Quindi prelevare in contanti ad esempio 600 euro per poi (ri)versarli sul conto corrente (si pensava servissero per un pagamento, poi non effettuato…) espone alla presunzione di evasione, poiché è molto difficile dimostrare che si è (ri)versato in banca ciò che si era prelevato dalla stessa o da altra banca, magari il giorno prima, a meno che ciò non risulti dalla contabilità.
IMPRESE: Prelevamenti da c/c bancari
La presunzione di evasione si ha laddove i prelevamenti siano di importo superiore a 1.000 euro giornalieri e comunque a 5.000 euro mensili e l’impresa non indichi:
• il soggetto beneficiario (cioè non sia in grado di dimostrare come sono stati utilizzati i contanti prelevati dal conto corrente)
• detti prelevamenti nelle proprie scritture contabili (cioè sul libro giornale) e il successivo utilizzo.
La questione è molto delicata quando i soggetti sono in contabilità semplificata e quindi non gestiscono il libro giornale (non vengono indicate quindi le entrate e le uscite di cassa e dei relativi utilizzi)
PROFESSIONISTI
Per i prelevamenti non esistono più presunzioni di alcun genere (Sentenza n. 228/2014 della Corte Costituzionale).
Pertanto è stata soppressa la parte della disposizione che prevedeva la presunzione di evasione da parte dei lavoratori autonomi in caso di prelevamenti in contanti su conti correnti bancari o postali.
La presunzione di evasione rimane solo per i versamenti sui conti correnti bancari e postali (per qualunque importo) se il professionista non è in grado di dimostrare che si tratta di redditi regolarmente dichiarati o che non hanno natura di reddito da tassare (esempio, rimborsi spese documentate sostenute per conto del cliente).
PERSONE FISICHE
Per tutti i soggetti c’è sempre la necessità di dimostrare la fonte di provenienza dei versamenti effettuati nei propri conti correnti bancari. Anche per versamenti di modeste somme di denaro, derivanti magari da donazioni di parenti o prestiti di amici, si consiglia di predisporre idonea documentazione e di conservarla.
Quando i movimenti transitano direttamente tra c/c bancari (esempio bonifici da un conto ad un altro) si consiglia di indicare sempre la causale e di conservare la contabile.