Alberghi: superbonus all’80% e nuovi aiuti a fondo perduto

di Alessandro Boatto
29 Ottobre 2021

In arrivo un pacchetto di misure da circa 2,4 miliardi derivanti dal Pnrr.

Per l’accesso agli aiuti vale l’ordine cronologico delle richieste. Dopo una lunga attesa il ministero del Turismo preme sull’acceleratore per il superbonus dell’80% per le imprese alberghiere, gli agriturismi, le terme, stabilimenti balneari, porti turistici, parchi tematici, fiere e congressi.

Saranno ammesse le spese effettuate per la realizzazione di uno o più interventi finalizzati all’incremento dell’efficienza energetica delle strutture, alla riqualificazione antisismica e all’eliminazione delle barriere architettoniche, nonché le spese per la digitalizzazione e quelle di manutenzione straordinaria, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia.

Accedono all’agevolazione gli interventi avviati dopo l’entrata in vigore del nuovo decreto-legge e conclusi entro il 31 dicembre 2024 ma non solo.

Il superbonus dell’80% potrà andare a finanziarie gli investimenti e gli interventi già avviati e non conclusi prima dell’entrata in vigore purché sia certificabile l’inizio lavori dopo il 1° febbraio 2020.

Restano esclusi, pertanto solo quei cantieri che, pur attivati nel corso del 2021, siano stati già completati.
L’agevolazione potrà essere utilizzata come credito d’imposta per abbattere tasse e contributi dovuti o essere ceduto in tutto o in parte a soggetti terzi entro l’anno d’imposta 2025. Ma non è tutto. In aggiunta al superbonus dell’80%, le stesse imprese possono chiedere un contributo a fondo perduto per un importo massimo fino a 40mila euro.

Cumulativamente può essere aumentato di ulteriori 30mila euro se gli interventi per digitalizzazione e innovazione tecnologica delle strutture coprono almeno il 15% dell’investimento.
O può essere incrementato di 20mila euro nei casi di imprenditoria femminile e giovanile (under 35) o ancora di 10mila euro per le imprese con sede operativa in una regione del Sud.
In tutti i casi, comunque, l’aiuto a fondo perduto non potrà superare i 100mila euro complessivi e sarà erogato in unica soluzione al termine degli interventi.

Su richiesta si potrà ricevere un anticipo del 30 per cento. Ma attenzione.

Per superbonus e fondo perduto, che sono cumulabili, viene previsto un meccanismo di erogazione in base all’ordine cronologico delle domande.

Il conto alla rovescia scatterà con l’avviso del ministero del Turismo che, almeno secondo l’articolo 1 del Dl, sarà pubblicato entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto.

Gli interessati dovranno presentare una domanda telematica, dichiarando di essere in possesso dei requisiti che danno diritto al superbonus.

Una volta fatte le verifiche, l’elenco dei soggetti ammessi al tax credit sarà trasmesso all’agenzia delle Entrate.

Saranno garantiti incentivi fino ad esaurimento delle risorse. Altra cosa a cui è bene prestare attenzione è la seguente.

E’ vietata la cumulabilità tra agevolazioni statali e fondi Pnrr.
Tra le prime rientrano, ad esempio, i crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali 4.0.
Tra le seconde, invece, le misure di aiuto al settore alberghiero in discorso.

Tenuto conto delle percentuali di agevolazione, che anche nel 2022, potranno arrivare al 40% della spesa va quindi valutata con attenzione quale sia l’agevolazione più conveniente. Ma non finisce qui. Il bonus previsto dalla bozza del decreto Pnrr per gli interventi di riqualificazione realizzati dalle imprese turistiche è, infatti, a più livelli.

Oltre, quindi, al credito d’imposta dell’80% e al contributo a fondo perduto (fruibile anche indipendentemente dal credito d’imposta), la disposizione prevede già, in caso di mancato accesso a questi, una terza possibilità, consistente in un finanziamento a tasso agevolato.
Sembra, che se l’impresa investe ma le risorse si esauriscono prima della domanda oppure l’investimento eccede i limiti di spesa agevolabili, sia possibile fruire di una riduzione dell’onere finanziario sulle spese sostenute.

Nella bozza di decreto si legge che «per le spese ammissibili (…) inerenti al medesimo progetto non coperte dagli incentivi» del credito d’imposta e del contributo a fondo perduto, è possibile fruire anche del finanziamento a tasso agevolato a condizione che almeno il 50% dei costi sia rappresentato da interventi di riqualificazione energetica. Tanta carne al fuoco insomma.In attesa della norma definitiva e del via libera per la presentazione delle domande, possono partire le considerazioni su quali azioni intraprendere.