Decreto Sostegni bis: in arrivo nuovi aiuti alle imprese
di Alessandro BoattoDovrebbe prendere forma entro la fine di questa settimana il nuovo decreto contenente ulteriori misure a sostegno di famiglie e imprese.
A più di un mese, quindi, dall’approvazione dell’ormai noto “Decreto Sostegni”, è in arrivo il “Decreto Sostegni Bis”.
E se qualcuno può pensare che il nome derivi da uno scarso sforzo di fantasia in parte si sbaglia.
Perché la chiara rievocazione del precedente decreto non è casuale ed anzi va ad indicare quello che, a mio modestissimo parere, è già un limite delle nuove misure.
A cosa mi riferisco?
Semplicemente al fatto che gran parte delle iniziative allo studio del governo partono dallo stesso presupposto del precedente decreto.
Ne avranno diritto, infatti, solamente le imprese che presentano una diminuzione di fatturato di almeno il 30% tra il 2020 ed il 2019.
E sul punto proviamo a fare qualche semplice considerazione.
Un’impresa che ha subito una diminuzione di fatturato, ad esempio, del 28% tra il 2020 ed il 2019, non è annoverabile tra quelle meritevoli di un aiuto? Non ha subito anch’essa gli effetti negativi della pandemia?
Premesso che una soglia va necessariamente individuata (che sia il 10%, il 20% o il 30%) e che ci sarà sempre qualche imprese tagliata fuori per, ad esempio, un punto percentuale, il limite minimo del 30% di calo del fatturato appare piuttosto alto.
È evidente che parte di queste scelte siano dettate dai vincoli del bilancio pubblico (ed è normale che sia così) ma il punto è un altro.
Fingiamo per un attimo che i criteri scelti siano “corretti” (passatemi il termine).
E torniamo ora all’esempio precedente di un’impresa che ha registrato un decremento del fatturato del 28% ed è rimasta esclusa dalla prima serie di aiuti.
Nello stesso settore c’è un’impresa concorrente che ha subito, invece, una diminuzione del 31% e ne ha avuto accesso.
Se ora, in nome della velocità di erogazione degli aiuti, si vanno ad utilizzare gli stessi identici criteri per erogare nuove forme di sostegno (contributo a fondo perduto, bonus locazioni, esenzione IMU ecc.), non si rischia di creare un divario troppo evidente ed ingiusto tra le imprese di cui sopra?
Non sarebbe più corretto sacrificare l’automaticità e la velocità degli aiuti ed andare alla ricerca di nuovi criteri?
Sembra che qualcuno ci stia pensando e si sussurra di un secondo metodo di calcolo che trasla in avanti di 3 mesi i periodi da utilizzare per il confronto (si andrebbe quindi a confrontare il fatturato dal 1° aprile 2019 al 31 marzo 2020 e quello dal 1° aprile 2020 al 31 marzo 2021).
Ma lo sappiamo: nessuna scelta sarà immune da critiche.
Non ci resta che attendere il nuovo Decreto per iniziare a farle…