Fondi pensione: di cosa si tratta e come ottenere dei benefici fiscali

di Alessandro Boatto
13 Dicembre 2021

Vi è stato mai proposto di anticipare o aumentare i versamenti al fondo pensione entro fine anno?
Se siete tra le numerose persone a cui è capitato, il motivo di tale proposta è presto spiegato e si collega, tra le altre cose, all’importanza della data di accredito del bonifico di versamento. Ma prima di arrivare a questi dettagli, proviamo a fare un po’ di chiarezza su tutto l’argomento. In base all’articolo 8, comma 4, del Dlgs 252/2005, i contributi versati alle forme di previdenza complementare, sono deducibili dal reddito complessivo nella misura massima di 5.164,57 euro su base annua: ciò significa che ogni anno la contribuzione versata ad un fondo pensione contribuisce ad abbassare l’imponibile fiscale.
Di conseguenza si ridurrà l’ammontare Irpef da versare, che in determinati casi si potrà anche tradurre in un rimborso per il contribuente.

In altre parole, effettuare dei versamenti al fondo pensione produce immediatamente l’effetto di pagare meno tasse. A questo punto sorge immediata una domanda.

Tale beneficio fiscale è definitivo?

La risposta, ahimè, è negativa.
La tassazione avverrà infatti, sulle medesime somme, al momento della percezione delle stesse (cioè quando si arriverà all’età pensionabile).
Ma il vantaggio fiscale può esserci, eccome se può esserci. Il motivo?
È molto semplice.

Perché quando si eseguono versamenti al fondo pensione, questi essendo deducibili, abbattono il reddito creando un beneficio fiscale pari all’aliquota IRPEF marginale dell’anno in corso, che è, nel caso di un ipotetico reddito di € 30.000, pari al 38% (e cresce all’aumentare del reddito).
Ma quando invece, giunti alla meritata pensione, si iniziano a percepire le somme versate avviene la magia.

La tassazione è, infatti, pari 15%, ridotta dello 0,3% per ogni anno eccedente il 15.mo di partecipazione a forme pensionistiche complementari, con una riduzione massima del 6%.
In pratica, se una persona partecipa ad una forma complementare per 35 anni si vedrà applicare una tassazione del 9%.

Capito dove sta il vantaggio? Bene. Se avete seguito il ragionamento, il prossimo passaggio sarà facilissimo da comprendere.

Perché è chiaro che, maggiore è l’aliquota IRPEF alla quale si è sottoposti, maggiore è il risparmio d’imposta che si viene a creare.

Se ad esempio, il mio reddito nel 2021 sarà di € 75.000, la mia aliquota marginale è del 43%, contro il 15% (massimo) che subirò di tassazione alla pensione. Non male direi. In poche parole, più alto è il mio reddito e maggiore è il beneficio ottenuto.

Ma anche con un reddito basso, tenuto conto che l’aliquota IRPEF più bassa è pari al 23%, il vantaggio è evidente.

Qualora poi una persona versi una cifra superiore all’importo limite (€ 5.164,57) la parte eccedente, poiché non deducibile, non sarà gravata da imposta al momento futuro della percezione.

A tal fine la legge prevede che la persona interessata comunichi al fondo pensione l’importo non dedotto entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui è stato effettuato il versamento, l’importo che non sarà dedotto nella dichiarazione dei redditi, affinché il fondo ne tenga conto quando dovrà corrispondere la prestazione. Per essere deducibili nei redditi 2021, i versamenti al fondo pensione devono entrare nelle casse del fondo stesso, entro il 31.12.2021.

Quindi, dato che mancano pochi giorni alla fine dell’anno, chi è intenzionato ad eseguire dei versamenti ed ottenere allo stesso tempo il beneficio fiscale, non aspetti gli ultimi giorni dell’anno, perché potrebbero verificarsi sfasamenti temporali tra la data del bonifico al fondo e la data della di accredito dello stesso, con il rischio di non ottenere il risparmio d’imposta nel 2021. Sarebbe un vero peccato.