Green Pass: istruzioni per l’uso

di Alessandro Boatto
29 Luglio 2021

La soluzione ad una pandemia è senza dubbio l’immunità collettiva.
Ma come ci si arriva?

L’ultimo tassello di questa intricata storia prende il nome di “Green Pass” e viaggia in compagnia di numerosissime polemiche e contraddizioni.

Ma facciamo un passo indietro.

Per aumentare il numero di persone vaccinate e superare le incertezze di parte della popolazione, il governo aveva davanti a se due soluzioni alternative.
La prima era quella di rendere il vaccino obbligatorio per tutti i cittadini con i conseguenti rischi in termini di responsabilità e opportunismo “politico”.
La seconda era quella di creare un obbligo “indiretto” mediante un sistema premiale che consenta maggiore libertà nella vita quotidiana ai soli possessori di Green Pass (quindi a chi ha eseguito il vaccino).
La scelta è ricaduta sulla soluzione più “morbida” rappresentata dalla seconda opzione, mantenendo salva, in ogni caso, la possibilità di godere delle stesse libertà dei possessori di Green pass, attraverso un tampone negativo.

Ma perché tutte queste polemiche allora?

Perché, come è consuetudine dall’inizio di questa pandemia, le contraddizioni e i paradossi che accompagnano lo strumento sono tanti.

Ad iniziare dalle situazioni che si creeranno nei ristoranti e nei bar dove alla porta di ingresso si dovrà controllare il possesso e la regolarità del Green Pass di ogni cliente, salvo non esistere alcun tipo di obbligo/controllo similare con riferimento ai titolari, dipendenti e fornitori del ristorante stesso.

Se lo scopo della “carta verde” è quello di frenare i contagi (e dobbiamo pensare sia così), diciamo che la norma fa “acqua”.
Perché se anche un cliente è in possesso del Green Pass, ma entra in contatto con un cameriere “positivo”, rischia il contagio. E quest’ultimo può proseguire la sua corsa al rientro a casa del cliente magari attraverso un contatto con un parente “fragile”.

Insomma, le contraddizioni sono evidenti e le polemiche un’immediata conseguenza.

Quello di cui ci sarebbe bisogno è una maggiore coerenza normativa.

Provvedimenti chiari che risolvano le moltissime criticità e lascino poco spazio a zone grigie dove proliferano le libere interpretazioni.
Per aiutarvi a destreggiarvi in tutto questo, pubblichiamo delle istruzioni operative redatte dalla “Fondazione studi Consulenti del Lavoro” che provano a fornire un minimo di chiarezza sull’argomento.
Buona lettura!