Le nuove regole per soggiornare in città

di Alessandro Boatto
01 Giugno 2023

Se hai pianificato un viaggio di una sola notte in una delle 14 grandi città metropolitane, preparati a un cambiamento. Secondo il Ministero del Turismo, sarà necessario alloggiare in un hotel per legge.

Niente più Airbnb, infatti, a meno che tu non sia una famiglia con un genitore e almeno tre figli.

La bozza di legge

Quella appena descritta è solo una delle novità proposte nella bozza del disegno di legge, che mira a limitare l’offerta di affitti brevi.

La bozza prevede una permanenza minima obbligatoria di due notti, negli Airbnb nelle città metropolitane.

Nei centri turistici ad “alta” o “molto alta” densità, invece, tale limitazione sarà applicata su decisione dei singoli comuni.

L’obiettivo principale è contrastare il rischio di un turismo eccessivo, che supera le capacità ricettive locali e mette a repentaglio l’autenticità dei centri storici.

Ma la stretta potrebbe non finire qui.

I sindaci hanno chiesto l’estensione della norma già in vigore a Venezia, che limita gli affitti brevi a massimo 120 giorni all’anno.

Quindi, se stai programmando una vacanza in uno dei centri storici delle città metropolitane, dovrai rimanere almeno due notti (a meno che tu non sia una famiglia con un genitore e almeno tre figli).

Oppure optare per l’albergo!

Le altre novità

Ma c’è di più.

Gli affitti brevi gestiti come attività imprenditoriali dovranno essere segnalati tramite una certificazione di inizio attività (Scia) presso l’ufficio unico per le attività produttive (Suap) del comune di riferimento.

E questo vale anche per chiunque metta in affitto più di 4 appartamenti.

La mancata comunicazione comporterà sanzioni da 2.000 a 10.000 euro.

Infine, il Ministero del Turismo assegnerà un codice identificativo nazionale (Cin) a ogni immobile destinato agli affitti turistici, sostituendo i codici regionali.

Sarà obbligatorio esporre il Cin all’ingresso dell’immobile e in ogni annuncio pubblicato.

Chiunque non rispetti questa norma sarà punito con multe da 500 a 5.000 euro per l’omissione del Cin e da 300 a 3.000 euro per la mancata esposizione del codice.