Pos, invio dei dati e sanzioni: ecco cosa cambia

di Alessandro Boatto
27 Giugno 2022

Per capire meglio i motivi di quello che vi sto per raccontare, partiamo dalle finalità che muovono il tutto:

disincentivare il ricorso al contante e migliorare la tax compliance.

Ed ecco che, per raggiungere tali scopi, dal 1° luglio scatta l’obbligo, per professionisti ed esercenti, di accettare tutti i pagamenti mediante carta di credito o di debito.

A dire la verità tale obbligo già sussisteva.

Ma non essendo prevista nessuna sanzione a riguardo, era come se non ci fosse.

Tra pochi giorni invece, in caso di mancata accettazione di pagamento attraverso mezzi elettronici, scatta una possibile sanzione di 30 euro più il 4% del valore della transazione.

Perché parliamo di “possibile” sanzione?

Perché ad oggi è ancora oscuro come l’Agenzia verificherà il rispetto di tale obbligo, salvo il caso in cui un consumatore finale non si prenda la briga di denunciare l’esercente che, a suo dire, gli avrebbe rifiutato il pagamento tramite POS.

Ma questa non è l’unica zona grigia.

Altro punto interrogativo riguarda la possibilità che si verifichino dei problemi “tecnici” che impediscono la transazione.

Cosa fare in tal caso? Come è possibile segnalarli per non incombere in possibili sanzioni?

Tutto ancora da definire.

Ma al di là di questi aspetti, è un’altra la domanda che mi sorge spontanea ed è una domanda di “principio”.

Se la norma impone di accettare dei pagamenti elettronici, è giusto che su quegli incassi si debbano pagare delle commissioni?

Mi spingo oltre.

È giusto che sulla stessa prestazione, l’esercente abbia un guadagno diverso in base al tipo di pagamento che accetta e che lo stesso esercente non abbia il diritto di decidere se accettare o meno la tipologia di pagamento e di conseguenza di pagare tali commissioni?

O forse in un mondo ideale, un obbligo di accettare i pagamenti con POS dovrebbe essere accompagnato da un azzeramento delle commissioni?

Lo so, sono un sognatore, ma credo ancora che esista un giusto e uno sbagliato in alcune situazioni.

Ma c’è un’altra novità sul mondo dei POS.

Novità che in questo caso riguarda gli emittenti di carte e bancomat.

Questi ultimi saranno, infatti, obbligati a trasmettere quotidianamente i dati di tutte le transazioni giornaliere all’Agenzia delle Entrate.

Proviamo quindi a fare un ragionamento sulla questione.

Mi deve preoccupare questo ulteriore dato che viene trasmesso all’Agenzia?

In linea di massima si, perché se l’Agenzia delle Entrate chiede un’informazione, solitamente poi la tende ad utilizzare per le proprie attività di verifica e controllo.

È vero che, pensandoci, questo è un dato già “ufficiale” visto che tutte le transazioni elettroniche sono già registrate sia dall’emittente del POS sia dalle banche coinvolte nella transazione (una registra l’entrata e l’altra registra l’uscita).

Ma anche stavolta, facciamo un passo in più, perché come diceva qualcuno “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”.

E per fare questo passo in più ci colleghiamo al recente aggiornamento software che è stato installato nei registratori telematici: il cosiddetto XML7.

Oltre a consentire la gestione di alcune funzionalità particolari, una delle principali novità dei registratori aggiornati è quella di dovere indicare se il pagamento che si sta registrando sta avvenendo in contanti o tramite POS.

Ora, premesso che si potrebbero verificare molteplici situazioni nelle quali, seppur in buona fede, si riscontrino delle inesattezze nella registrazione di questa informazione, non è che l’Agenzia da domani mattina vuole confrontare questo dato con quello che le viene trasmesso dagli emittenti di carte e bancomat?

E cosa ha intenzione di fare se le due informazioni non dovessero coincidere?

Tutte domande al momento senza risposta.