Tasse rinviate per le partite Iva fino a 170mila euro
di Alessandro Boatto
Partite Iva: rinvio al prossimo anno della seconda rata dell’acconto Irpef
La norma
Per il solo periodo d’imposta 2023, le persone fisiche titolari di partita Iva che nel periodo d’imposta precedente hanno dichiarato ricavi o compensi di ammontare non superiore a euro 176mila, effettuano il versamento della seconda rata di acconto dovuto in, a esclusione dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi assicurativi Inail, entro il 16 gennaio 2024 oppure in cinque rate mensili di pari importo, a decorrere dal mese di gennaio e con scadenza il giorno 16 di ogni mese.
Forfettari inclusi
La norma è rivolta a professionisti, lavoratori autonomi e ditte individuali, che hanno dichiarato nel 2022, ricavi o compensi inferiori a 176mila uero.
Tale limite fa includere automaticamente nel possibile rinvio, tutti i contribuenti forfetari.
Questi infatti, per applicare il regime agevolato, devono avere ricavi o compensi entro il limite degli 85mila euro.
Quali imposte si possono posticipare?
Lo spostamento a gennaio 2024 riguarda la seconda rata dell’acconto dovuto dalle persone fisiche titolari di partita Iva.
Ciò significa che sono comprese tutte le imposte incluse nella dichiarazione dei redditi: Irpef, addizionali, Ivie, Ivafe, cedolare secca e sostitutiva di minimi e forfettari.
Nessun rinvio, invece, per i contributi previdenziali e Inail, né per le altre imposte al di fuori del modello Redditi, come l’Iva, il bollo e così via.
La rateazione e gli interessi
Immaginando un secondo acconto 2023 di 500 euro, il rinvio consente di pagare un mese e mezzo più tardi una somma che, scegliendo di dilazionare il pagamento, sarà pari a cinque rate da 100 euro, da versare il 16 gennaio, il 16 febbraio, il 18 marzo, 16 aprile e il 16 maggio.
Sui pagamenti da febbraio in poi, però, andrà calcolato un tasso d’interesse annuo del 4 per cento.
Un interesse che sulla rata di febbraio pesa per 0,34 centesimi ogni 100 euro e diventa via via crescente in quelle successive, fino ad arrivare a 1,32 euro ogni 100 nella rata di maggio.
Rinvio o ravvedimento?
La nuova chance di rateazione è più conveniente del ravvedimento.
Il tasso legale del 5 per cento è più alto di quello applicabile per dilazionare il secondo acconto (4 per cento).
Con la rateazione, inoltre, si evitano del tutto le sanzioni, che anche nella formula ridotta andrebbero dal 3 per cento dovuto sulla seconda rata al 3,75 per cento sulla quinta.